Hanno finanziato e supportato l’ISIS e le altre formazioni jihadiste dalla Libia alla Siria, cioè a parole il nemico “esistenziale” dell’Occidente? O anche la sanguinosa guerra tuttora in essere contro lo Yemen che sta lasciando sul terreno centinaia di migliaia di morti? No problem, perché l’Arabia Saudita e i suoi rappresentanti religiosi, pur essendo tra i massimi fomentatori di caos in Medio Oriente e non solo, vengono accolti a braccia aperte dal governo italiano.
Così il ministro degli Interni Minniti ha ricevuto in pompa magna a Roma Muhammad bin Abdul Karim al-Issa, il segretario generale del Muslim World League (MWL), l’organizzazione che forte di un budget di decine e decine di miliardi di dollari esporta dagli anni ’60 in tutto il mondo l’ideologia wahhabita, la più sanguinaria e intransigente versione dell’islam in circolazione. Il focus dell’incontro tra Minniti e Issa è ruotato intorno alla questione dell'”integrazione dei migranti”, sul riconoscimento della cittadinanza e l’inclusione dell’islam in un quadro normativo tutelato a norma di legge.
In pratica l’intera agenda governativa sugli immigrati. E non è un caso se anche Francesco, con una tempistica perfetta, abbia ingiunto di “accogliere i nostri fratelli e sorelle migranti e rifugiati con le braccia ben aperte”, insistendo come al solito “sull’opportunità di una nuova legge migratoria italiana più attinente al contesto attuale”. Un mantra che prosegue ininterrotto fin dal suo insediamento al soglio pontificio.
Quando ci si chiede come mai il PD sia così ottusamente deciso a far passare a ogni costo la legge sullo ius soli e a ridurre l’Italia un campo profughi, non dimentichiamoci chi sono i suoi interlocutori mediorientali, che non a caso di rifugiati islamici a casa loro non ne vogliono nemmeno uno. Tutte risorse per l’Italia, il resto è mancia.